PERCHÉ LA VALLE DEL SACCO È DIVENTATA UN SIN?
L’area della valle del fiume Sacco è caratterizzata da una elevata densità di popolazione, concentrata principalmente in numerosi centri abitativi situati in prossimità del fiume stesso, e ha visto lo sviluppo di numerose attività industriali a significativa valenza economica. Nell’area è fiorente anche la pratica agricola, che è prevalentemente orientata al settore zootecnico, con forte prevalenza di allevamento bovino per la produzione di latte destinato al consumo.
Già dai primi del ‘900 l’area industriale di Colleferro è stata sede di una importante fabbrica di esplosivi e nel dopoguerra, l’attività industriale è stata estesa alla produzione di sostanze chimiche (insetticidi organoclorurati, esteri fosforici, chetoni, ecc.) di carri e carrozze ferroviarie, motori di lancio, occupando fino a 8000 addetti. Grazie a tale espansione fino agli anni ’80 Colleferro è diventato così uno dei più importanti poli produttivi del Lazio. La produzione di sostanze chimiche è stata accompagnata dalla produzione di ingenti quantità di residui di lavorazione, il cui smaltimento ha rappresentato un elemento di forte rischio ambientale, a causa della presenza di residui chimici nel suolo all’interno dell’area industriale, come pure dello stoccaggio nel sottosuolo di fusti contenenti i sottoprodotti di reazione della produzione di sostanze organoclorurate.
Nel 2005, a seguito del rilevamento di concentrazioni di beta-esaclorocicloesano (β- HCH) superiori ai livelli consentiti dalla legge in un campione di latte proveniente da un’azienda bovina situata nel comune di Gavignano (RM), è stato dichiarato lo stato di emergenza socio-economico-ambientale nel bacino del fiume Sacco che interessa il territorio dei comuni di Colleferro, Segni e Gavignano nella provincia di Roma, e dei comuni di Paliano, Anagni, Ferentino, Sgurgola, Morolo e Supino nella provincia di Frosinone (D.P.C.M. 19 maggio 2005- DD.P.C.M 6 aprile 2006, 24 aprile 2007, 30 maggio 2008 e 31 ottobre 2008).
Nello stesso anno il Bacino del fiume Sacco è stato inserito tra i Siti di Interesse Nazionale (SIN), per cui sono necessari interventi di bonifica, con lo scopo di eliminare le fonti dell’inquinamento e rimuovere o ridurre le sostanze inquinanti.
La causa dell’inquinamento della zona è certamente da attribuire alla storica presenza dei grandi impianti industriali, soprattutto quelli del settore chimico, mentre il veicolo principale attraverso cui si sono diffuse le sostanze inquinanti è il fiume Sacco. Infatti, gli scarichi industriali sono defluiti nelle acque del fiume. Da qui, in seguito alle periodiche esondazioni e all’utilizzo dell’acqua fluviale per l’irrigazione dei terreni agricoli, adibiti spesso alla coltivazione del foraggio e di pascolo, le sostanze inquinanti sono passate nella catena alimentare e da lì hanno esposto a contaminazione anche la popolazione umana.
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QUANTO È GRANDE IL SIN ?
L’estensione del SIN Valle del Fiume Sacco ha subito delle variazioni nel corso degli anni, l’ultima riperimetrazione risale al 2016 e comprende 19 comuni, o parti di essi, in provincia di Roma e Frosinone.
In seguito alla riperimetrazione del 2016, sono state inserite nel SIN tutte le aree che, per motivi antropici o geomorfologici, sono considerate contaminate o a rischio.
Ad oggi la superficie complessiva è di circa settemila ettari e si articola lungo il corso del fiume Sacco per circa 50 chilometri.
Elenco dei comuni inseriti nel SIN e distribuzione per genere della popolazione residente nei 19 comuni del SIN Valle del Sacco al 1 Gennaio 2020.
Elenco dei comuni inseriti nel SIN
Provincia
Comune
Popolazione
Roma
Artena
14276
Roma
Colleferro
21595
Roma
Gavignano
1916
Roma
Segni
9159
Frosinone
Anagni
21464
Frosinone
Arce
5756
Frosinone
Castro dei Volsci
4781
Frosinone
Ceccano
23565
Frosinone
Ceprano
8897
Frosinone
Falvaterra
554
Frosinone
Ferentino
21213
Frosinone
Frosinone
46323
Frosinone
Morolo
3257
Frosinone
Paliano
8281
Frosinone
Pastena
1462
Frosinone
Patrica
3171
Frosinone
Pofi
4204
Frosinone
Sgurgola
2676
Frosinone
Supino
4873