Perché la Valle del Sacco è diventata un SIN?
- Post by: Redazione
- 12/07/2022
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L’area della valle del fiume Sacco è caratterizzata da una elevata densità di popolazione, concentrata principalmente in numerosi centri abitati situati in prossimità del fiume stesso, e ha visto lo sviluppo di numerose attività industriali a significativa valenza economica. Nell’area è fiorente anche la pratica agricola, che è molto orientata al settore zootecnico, con forte prevalenza di allevamento bovino per la produzione di latte destinato al consumo.
Già dai primi del ‘900 l’area industriale di Colleferro è stata sede di una importante fabbrica di esplosivi e nel dopoguerra l’attività industriale è stata estesa alla produzione di sostanze chimiche (insetticidi organoclorurati, esteri fosforici, chetoni, ecc.) di carri e carrozze ferroviarie, motori di lancio, occupando fino a 8000 addetti. Grazie a tale espansione durata fino agli anni ’80 Colleferro è diventato così uno dei più importanti poli produttivi del Lazio. La produzione di sostanze chimiche è stata accompagnata dalla produzione di ingenti quantità di residui di lavorazione, il cui smaltimento ha rappresentato un elemento di forte rischio ambientale, a causa della presenza di residui chimici nel suolo all’interno dell’area industriale, come pure dello stoccaggio nel sottosuolo di fusti contenenti i sottoprodotti di reazione della produzione di sostanze organoclorurate.
Nel 2005, a seguito del rilevamento di concentrazioni di beta-esaclorocicloesano (β-HCH) superiori ai livelli consentiti dalla legge in un campione di latte proveniente da un’azienda bovina situata nel comune di Gavignano (RM), è stato dichiarato lo stato di emergenza socio-economico-ambientale nel bacino del fiume Sacco che interessa il territorio dei comuni di Colleferro, Segni e Gavignano nella provincia di Roma, e dei comuni di Paliano, Anagni, Ferentino, Sgurgola, Morolo e Supino nella provincia di Frosinone (D.P.C.M. 19 maggio 2005- DD.P.C.M 6 aprile 2006, 24 aprile 2007, 30 maggio 2008 e 31 ottobre 2008).
Nello stesso anno il Bacino del fiume Sacco è stato inserito tra i Siti di Interesse Nazionale (SIN), per cui sono necessari interventi di bonifica, con lo scopo di eliminare le fonti dell’inquinamento e rimuovere o ridurre le sostanze inquinanti.
La causa dell’inquinamento della zona è certamente da attribuire alla storica presenza dei grandi impianti industriali, soprattutto quelli del settore chimico, mentre il veicolo principale attraverso cui si sono diffuse le sostanze inquinanti è il fiume Sacco. Infatti, gli scarichi industriali sono defluiti nelle acque del fiume. Da qui, in seguito alle periodiche esondazioni e all’utilizzo dell’acqua fluviale per l’irrigazione dei terreni agricoli, adibiti spesso alla coltivazione del foraggio e di pascolo, le sostanze inquinanti sono passate nella catena alimentare e da lì hanno esposto a contaminazione anche la popolazione umana.
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